Mingda MD-16: recensione

Mingda è un’azienda cinese che si occupa da più di 10 anni della stampa 3D a livello industriale, e negli ultimi periodi si sta aprendo anche al mondo consumer. Il modello che andremo ad esaminare oggi è l’MD-16, dalle dimensioni di 160x160x160 mm capace di stampare materiali come PLA, ABS, TPU.

Scopriamola insieme.

Il mondo delle stampanti 3D è ormai saturo di marche e modelli, spesse volte dalle caratteristiche molto simili tra di loro: ormai si è affermato lo standard basato sulle Prusa i3, ovvero stampanti cartesiane col piatto in movimento lungo l’asse Y, l’hotend che si muove sull’asse X e uno o due motori che spingono il tutto lungo l’asse Z.

Mingda MD-16 è diversa dalle altre stampanti, infatti ha gli assi X ed Y che si muovo sullo stesso piano mentre il piatto va su e giù sull’asse Z, esattamente allo stesso modo in cui lavorano le stampanti professionali Zortrax.

Altra caratteristica che accomuna le stampanti “comuni” è il sistema di estrusione di tipo bowden, cioè il motore stepper dell’estrusore si trova “lontano” dall’hotend, in modo da ridurre l’inerzia e attutire gli errori estetici del ghosting, soprattutto stampando ad alte velocità.
Anche in questo Mingda MD-16 si distingue dalla massa perchè utilizza un sistema di tipo “direct”, ovvero il motore stepper dell’estrusore si trova esattamente al di sopra dell’hotend, permettendo così la stampa di materiali “morbidi” come il TPU, che altrimenti non sarebbe possibile stampare sulle bowden, in quanto il filamento si potrebbe attorcigliare dentro il tubo in PTFE presente in queste stampanti.

Un’altra cosa da considerare è il frame chiuso: ciò permette di poter stampare materiali come l’ABS in cui è necessario avere una “camera chiusa”. Basta infatti inserire 3 semplici pannelli in plexiglass o in vetro e il gioco è fatto.

Inoltre è una stampante 3D orientata alla didattica, infatti un suo punto forte è la semplicità dell’interfaccia grafica, facilmente gestibile tramite un display LCD da 3.5″ touch screen: i menu sono ridotti all’osso proprio per far sì che lo studente punti direttamente alla stampa e non si perda nei meandri delle impostazioni delle stampanti open-source. Inoltre le sue dimensioni molto ridotte e il frame compatto la rendono facilmente trasportabile da un posto ad un altro: spesso infatti i maker si riuniscono per scambiare informazioni e condividere idee, e avere una stampante 3D sempre a portata di mano fa davvero comodo. Parliamo infatti di un ingombro esterno pari a 300x350x395 mm.

Quindi, nonostante il prezzo abbastanza contenuto e le dimensioni davvero ridotte, Minga MD-16 ha un enorme potenziale!

Ma adesso andiamo alla parte tecnica, esaminando punto per punto tutte le sue caratteristiche.

Unboxing e dotazione

Una cosa che colpisce subito è il box in legno in cui viene spedita la stampante, segno di grande attenzione ai dettagli e alla sicurezza dell’imballaggio:

Esiste in 3 colorazioni diverse: rossa, gialla e blu. Io ho ricevuto il modello rosso.

Ecco come si presenta all’interno della scatola:

 

Come si può vedere, il frame è solidissimo e gli angoli sono perfettamente arrotondati, ai fini della sicurezza.
All’interno si trova pure un utilissimo “Toolkit”, contenente tutto il necessario per iniziare subito a stampare:

  

Com’è possibile vedere, nel Toolkit c’è davvero tutto: qualche metro di PLA, spatola per staccare il pezzo dal piatto, cutter, tronchesina, nozzle di ricambio con chiave, sensore di temperatura di ricambio, nastro adesivo resistente alle alte temperature, una SD da 4GB con diversi modelli già pronti da stampare.
E’ raro trovare tutti questi accessori in una stampante dal prezzo così basso e quindi è stata una cosa molto gradita.

Frame e interni della stampante

Come detto prima, il frame è solidissimo e non solo esteticamente ma anche durante la stampa: infatti non ci sono particolari torsioni anche quando si esagera con la velocità di stampa. Tutto è rigido e immobile.
Nella parte superiore ci sono 2 staffe che fungono da porta bobina, anch’esse in tinta con il frame.
Sul lato destro si trovano un lettore di SD e una porta USB, entrambe utili per poter caricare i modelli da mandare in stampa. Sul lato posteriore è presente il connettore per il collegamento alla presa elettrica.
C’è inoltre una striscia LED che percorre tutta la parte anteriore della struttura, permettendo un’ottima visuale durante la stampa.
Sul lato anteriore c’è un display touch screen da 3.5″ che permette di fare poche cose, ma sono quelle principali e che verrano utilizzate nella maggior parte dei casi.

Gli assi X e Y sono su doppia guida lineare e assicurano un’altissima stabilità nei movimenti, grazie anche ai cuscinetti lineari di buona fattura.

Il piatto riscaldato in alluminio dallo spessore di 1 cm ha dimensioni abbastanza contenute e permette un volume di stampa massimo di 160x160x160 mm, ma per lo scopo a cui è destinata questa Mingda MD-16, è un volume più che sufficiente per realizzare la maggior parte delle stampe d’uso “quotidiano”. La sua temperatura arriva fino a 110° C.

L’hotend è un classico modello con nozzle M6 e tubo interno in PTFE che gli consente di arrivare tranquillamente a 275 gradi, permettendo così di stampare diversi materiali come: PLA, PETG, ABS, Nylon, TPU, etc…

  

 

Qualità di stampa

Sinceramente le aspettative non erano altissime, ma questa piccola Mingda MD-16 mi ha proprio stupito in positivo: non mi aspettavo una qualità di stampa davvero così alta e precisa.
Ho iniziato stampando un semplice cubetto di prova a 0.2 mm di altezza layer e già sono rimasto piacevolmente sorpreso:


Com’è possibile vedere dall’immagine i layer sono precisissimi e, a parte un piccolo difetto di ghosting (probabilmente dovuto ad una velocità di stampa elevata oppure ad un valore di jerk errato), per il resto è perfetto!

E adesso il modello di un busto di Batman:

  

Un cacciavite funzionante con gli inserti sostituibili:

Una morsa da tavolo, anch’essa funzionante:

Ecco un’altra stampa, questa volta è il modello della Torre Eiffel il cui file .GCODE è già presente nell’SD fornita in dotazione:

Ed ecco un velocissimo timelapse della stampa:

La qualità è davvero notevole e ho pure notato che la Mingda MD-16 riesce a gestire benissimo gli overhang anche ad un alto numero di gradi, inoltre i bridge sono pressocchè perfetti. Purtroppo le foto non rendono bene ma vi posso assicurare che la qualità è eccelsa!

Conclusioni

Cosa dire ancora di questa Mingda MD-16? E’ una stampante dal prezzo davvero interessante e competitivo e offre un’ottima soluzione sia ai principianti sia a chi ha già un pò di esperienza nel mondo della stampa 3D ma cerca una stampante piccola, compatta e gradevole.
Non fatevi ingannare dall’estetica “sempliciotta e giocattolosa”, perchè questa piccola stampante nasconde una struttura interna massiccia e robusta e vi darà tante soddisfazioni. Inoltre tutta l’elettronica e la cavetteria sono ben nascoste e danno un senso di pulizia generale che non guasta.
Per finire, per gli smanettoni, sappiate che è facilmente smontabile e modificabile, infatti tutte le viti sono bene a vista e sostituire una o più parti è un gioco da ragazzi per chi ha un minimo di esperienza nel modding della stampa 3D.

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Buon acquisto!

 

6 pensieri su “Mingda MD-16: recensione

  1. Utilizzo ormai da un paio di anni delle stampanti Mingda nel mio ufficio tecnico per sviluppo prodotti subacquei ,ottici,ecc.con ottimi risultati
    Ho visitato la loro sede a Shenzhen, spettacolare !!!!
    Ottimo servizio post vendita e rapporto qualità prezzo
    Complimenti Sam !!!!

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